La Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza: cosa rimane in noi?

Tanta attesa e tutto è finito…almeno per l’Italia. La grande ondata di Pace e Nonviolenza è volata. Cosa ci rimane di tutto quel che si è vissuto in questi ultimi due anni di grande attese, di lunghi e sempre stimolanti confronti? La terza Marcia Mondiale non ha ancora concluso il suo percorso. Da mercoledì 27 novembre entrerà nel continente africano da Tanger, poi proseguirà l’8 dicembre in Brasile poco alla volta ritornerà in Costa Rica per concludersi il 5 gennaio. E’ presto per bilanci e riflessioni. Posso però affermare che sono molto contenta per quel che è stata la mia personale esperienza. In questa terza edizione mi sono ritrovata oltre i confini italiani: in Svizzera dal canton Ticino e da li nelle Filippine. Mesi di grandi preparazioni, di lunghi meeting da remoto aspettando con trepidazione il passaggio della delegazione internazionale. Speri che tanta gente segua il cammino della Pace e della Nonviolenza. Qualche momento meno intenso di altri c’è stato, ma anche questo serve per riflettere e capire come migliorarsi, come unire le tue forze con quelle degli altri esseri.

Ho vissuto momenti emozionanti. Pur con la grande fatica per riprendere un cammino interrotto oltre quattrodici anni le Filippine mi hanno donato tanto entusiasmo per la spontaneaità trovata. Il Villaggio della Pace a Lugano con i bambini così partecipi ai vari workshop che erano stati creati per loro per meglio comprendere parole come “Pace e Nonviolenza”. A Perugia quando ho seguito l’intervento dei giovani studenti che fanno parte del gruppo permamente dedicato alla pace, una realtà dopo tante attese. Bologna che è stata il nostro punto di riferimento (logistico) fin dai primi passi di questa terza Marcia Mondiale. Sabato la marcia con tante realtà presenti che hanno creduto nel progetto proposto e che hanno deciso di esserci. Madrid con l’appuntamento corale, le note possono esprimere emozioni, valori, sofferenze. Nei miei interventi, ho preferito raccontare la mia personale esperienza, testimoniare che ognuno di noi si può mettere in cammino. “Nell’ottobre del 2008 sono stata invitata a un evento di presentazione della marcia mondiale. Da quella sera mi sono innamorata di due parole….pace e nonviolenza. Mi sono messa in cammino per unire le mie semplici forze con tante altre per testimoniare che insieme si può cambiare partendo da noi stessi. Nel mio cammino ho avuto l opportunità di conoscere tante valevoli persone che hanno dedicate la loro vita al disarmo nucleare, al cambiamento climatico, alla nojnviolenza…che cercano di dare un senso al gran nonsenso di oggi. La marcia mondiale raccoglie queste esperienze, cerca di metterle in connessione, di creare Ponti di unioni tra tutti nel rispetto delle diversità. Quanto inciderà una marcia mondiale sull’esistenza di oggi è di domani? Sinceramente  non ho una risposta sono solo un essere umano che crede ancora e forse utopicamente al messaggio degli hibakujumoku di Hiroshima e Nagasaki, là dove c è stato l olocausto atomico alcuni alberi sono sopravvissuti e testimoniano la grande speranza di rinascita. So di per certo che da soli tutto rimane un sogno, insieme una grande realtà. Oggi c’è bisogno di ognuno di noi in questo momento storico così complesso e confuso”. Con questa certezza vado verso la chiusura di questa terza Marcia Mondiale riflettendo su quel che è stato ma soprattutto su quel che si potrà realizzare insieme per creare le condizioni di una quarta Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza.

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